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La cassetta degli attrezzi del Mediatore Parte 4:
il linguaggio non verbale

𝑮𝒍𝒊 𝒔𝒕𝒓𝒖𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒓𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒍𝒊𝒏𝒈𝒖𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒗𝒆𝒓𝒃𝒂𝒍𝒆
Il linguaggio non verbale è l’insieme di espressioni, gesti, posture e modulazioni vocali che accompagnano la comunicazione verbale.
Segnali, spesso inconsci che rivelano sentimenti e intenzioni che le parole da sole non esprimono completamente.
𝐴𝑑 𝑒𝑠𝑒𝑚𝑝𝑖𝑜, 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑎𝑓𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑑’𝑎𝑐𝑐𝑜𝑟𝑑𝑜 𝑠𝑢 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎, 𝑚𝑎 𝑖𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑙𝑖𝑛𝑔𝑢𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜 – 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑢𝑛 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 𝑡𝑒𝑠𝑜 𝑜 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑜 𝑠𝑓𝑢𝑔𝑔𝑒𝑛𝑡𝑒 – 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑖𝑠𝑎𝑔𝑖𝑜 𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑐𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑣𝑖𝑛𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒.
𝐂𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐩𝐫𝐞𝐭𝐚𝐫𝐞 correttamente il linguaggio non verbale è quindi essenziale per un mediatore efficace.
Ma quali sono le tecniche e gli strumenti che possono aiutare in questo compito complesso?
Una delle metodologie più riconosciute è la 𝐏𝐫𝐨𝐠𝐫𝐚𝐦𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐍𝐞𝐮𝐫𝐨-𝐋𝐢𝐧𝐠𝐮𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐚 (𝐏𝐍𝐋).
La PNL studia la relazione tra i processi neurologici, il linguaggio e i modelli comportamentali appresi attraverso l’esperienza. Mediante la PNL, il mediatore impara a riconoscere e interpretare segnali come microespressioni facciali, cambiamenti nel tono di voce e gesti specifici che possono rivelare lo stato emotivo delle parti coinvolte.
𝐴𝑑 𝑒𝑠𝑒𝑚𝑝𝑖𝑜, 𝑙𝑎 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑜 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎 𝑠𝑡𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑟𝑑𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛 𝑒𝑣𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑟𝑒𝑎𝑙𝑒 𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑟𝑢𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑖𝑚𝑚𝑎𝑔𝑖𝑛𝑎𝑟𝑖𝑎, 𝑚𝑒𝑛𝑡𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑚𝑎𝑛𝑖 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑠𝑢𝑔𝑔𝑒𝑟𝑖𝑟𝑒 𝑎𝑝𝑒𝑟𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑜 𝑑𝑖𝑓𝑒𝑠𝑎.
Altro strumento fondamentale è 𝐥’𝐞𝐦𝐩𝐚𝐭𝐢𝐚, ovvero la capacità di comprendere e condividere le emozioni degli altri.
Un mediatore empatico è in grado di percepire non solo ciò che viene detto, ma anche ciò che viene sentito, creando un ambiente di fiducia e comprensione reciproca. L’empatia permette al mediatore di sintonizzarsi con le emozioni sottili che emergono durante la discussione, facilitando una comunicazione più profonda e autentica.
𝐋’𝐢𝐧𝐭𝐮𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 svolge anch’essa un ruolo importante nell’interpretazione del linguaggio non verbale. Attraverso l’esperienza e l’attenzione costante, il mediatore sviluppa una sensibilità particolare nel cogliere segnali non espliciti e nel comprendere dinamiche nascoste all’interno dell’interazione. Questa capacità intuitiva 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐢𝐩𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐨𝐬𝐭𝐚𝐜𝐨𝐥𝐢 𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐝𝐚𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐥’𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐜𝐜𝐢𝐨 𝐢𝐧 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐚𝐧𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐚𝐥𝐨𝐠𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨.
L’ascolto attivo è un’altra competenza chiave. Non significa solo ascoltare le parole pronunciate, ma anche osservare attentamente il linguaggio del corpo e le variazioni emotive. Attraverso domande mirate e feedback, il mediatore può confermare di aver compreso correttamente sia il contenuto verbale che quello non verbale, evitando fraintendimenti e costruendo una maggiore comprensione reciproca.
Anche la 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞 è cruciale nell’interpretazione del linguaggio non verbale. Segnali e gesti possono avere significati diversi in contesti culturali differenti, e un mediatore efficace deve essere attento a queste variabili per evitare interpretazioni errate.
𝐴𝑑 𝑒𝑠𝑒𝑚𝑝𝑖𝑜, 𝑖𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑣𝑖𝑠𝑖𝑣𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑙𝑢𝑛𝑔𝑎𝑡𝑜 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑖𝑛𝑐𝑒𝑟𝑖𝑡𝑎̀ 𝑖𝑛 𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑒 𝑐𝑢𝑙𝑡𝑢𝑟𝑒, 𝑚𝑒𝑛𝑡𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑐𝑒𝑝𝑖𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑖𝑟𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜𝑠𝑜 𝑜 𝑎𝑔𝑔𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖𝑣𝑜.
Questa capacità di utilizzare e integrare diverse tecniche e conoscenze per leggere il linguaggio non verbale aiuta il mediatore a comprendere meglio le vere priorità e preoccupazioni delle parti, facilitando così la costruzione di un accordo che sia veramente condiviso e accettato da tutti.
𝐔𝐧 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐭𝐭𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐚𝐥 𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐞𝐫𝐛𝐚𝐥𝐞 𝐞̀ 𝐢𝐧 𝐠𝐫𝐚𝐝𝐨 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐥𝐞𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐭𝐞𝐧𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐧𝐚𝐬𝐜𝐨𝐬𝐭𝐞, 𝐫𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐢𝐭𝐞 𝐞 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐫𝐝𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞𝐫𝐨 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐨𝐬𝐬𝐞𝐫𝐯𝐚𝐭𝐞, 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐮𝐜𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐚 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐞𝐬𝐢𝐭𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐩𝐨𝐬𝐢𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐞 𝐝𝐮𝐫𝐚𝐭𝐮𝐫𝐢.
𝑷𝒆𝒓 𝒂𝒑𝒑𝒓𝒐𝒇𝒐𝒏𝒅𝒊𝒓𝒆 𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒇𝒆𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒆𝒕𝒆𝒏𝒛𝒆, 𝒆𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒗𝒂𝒔𝒕𝒂 𝒍𝒆𝒕𝒕𝒆𝒓𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂 𝒔𝒄𝒊𝒆𝒏𝒕𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂.
Opere come “𝑬𝒎𝒐𝒕𝒊𝒐𝒏𝒔 𝑹𝒆𝒗𝒆𝒂𝒍𝒆𝒅” di Paul Ekman offrono un’analisi dettagliata delle microespressioni facciali e di come possono essere utilizzate per comprendere le emozioni nascoste. “𝑻𝒉𝒆 𝑫𝒆𝒇𝒊𝒏𝒊𝒕𝒊𝒗𝒆 𝑩𝒐𝒐𝒌 𝒐𝒇 𝑩𝒐𝒅𝒚 𝑳𝒂𝒏𝒈𝒖𝒂𝒈𝒆” di Allan e Barbara Pease fornisce una panoramica dei diversi aspetti del linguaggio del corpo e delle loro interpretazioni. Inoltre, studi accademici sulla comunicazione non verbale e sulla mediazione interculturale possono offrire ulteriori insight e strategie applicabili nella pratica quotidiana.

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